Posso confessarvi una cosa? Non ho ancora capito cosa significhi, esattamente, la parola VIP. Very Important Person? Ma importante perchè, e soprattutto per chi?
Tralascio di riportare che l’impressione prevalente è “più uno viene etichettato come VIP, meno conta”. Dirò solo che dei VIP, o sedicenti tali, non me ne puo’ fregar di meno. Però tutti ne parlano, è un argomento dannatamente trendy, e io sono troppo vanesia per non essere trendy.
Lo spunto al gran pezzo di giornalismo che segue me l’ha dato Gianluca Neri col suo brillante Decalogo del VIP su Twitter. Da buon Mosè 2.0 ha stilato i Dieci Comandamenti per i VIP che vogliano evitare rogne con noi comuni mortali.
Temo che pochi VIP seguiranno i suoi consigli. Ma voglio essere ottimista, e migliorare il mondo. Perciò, a beneficio del resto di noi umani, ho stilato il decalogo della perfetta convivenza (sui social) con le celebs.
1 – Chiedetevi, con sincerità: “Perchè voglio seguire questo VIP”?
Se la risposta è: “Perchè mi piace, mi sta simpatico, lo apprezzo eccetera”, seguitelo. Se la risposta è: “Perchè è insopportabile, scrive male, sta distruggendo la letteratura italiana”, lasciate perdere.
2- I social network non sono un’esercitazione dove il VIP è tenuto a dimostrare di meritarsi la fama che ha. Non credo si ripeterà mai abbastanza questo concetto, in apparenza semplicissimo, ma che sembra sfuggire a molti. Se uno è famoso, e quando si iscrive ha tanti followers, ha tanti followers perchè è famoso. Ne avevo già parlato: il successo sui social non deriva solo dall’abilità di usare i social. Smascherare le difficoltà di un VIP appena iscritto vi fa apparire puerili e nerd nella peggiore accezione del termine.
3- Se nonostante il punto 1 sentite di dovervi assolutamente lamentare con un VIP; se proprio non vedete l’ora di dirgli quanto poco vi faccia ridere, o quanto lo troviate sopravvalutato; e soprattutto se siete davvero convinti che al VIP possa interessare la vostra preziosa opinione, allora fatelo. Lamentatevi. Sarà liberatorio. Ma se lo fate, fatelo come lo fareste con qualsiasi altra persona del social in cui vi trovate, senza discriminazioni. Ricordatevi che i social sono democratici: siamo tutti (teoricamente) allo stesso livello e abbiamo pari dignità, almeno qui. Attacchereste bottone con una sconosciuta su Facebook dicendole “Hey, sai che i tuoi zigomi rifatti mi fanno veramente cagare”? Sì? Uscite da questo blog.
4- Non fatene una questione personale se il VIP non vi risponde. Non c’è niente di personale, nel migliore dei casi sta ancora capendo dove sono le “mentions”.
5- Non educate i VIP. Se il VIP risponde solo ai VIP, cavoli suoi.
(vedi punto 2)
6- Non educate i VIP/2. Se il VIP se la tira, cavoli suoi.
7- Non polemizzate coi VIP. Non cedete all’illusione di portare avanti una “critica costruttiva”. Le critiche costruttive, per quanto vi facciano sentire paladini del buon senso, sono un po’ come i consigli non richiesti; se uno è palesemente non preparato ad accettarli, suscitano brutte reazioni.
8- Se il VIP vi ammorba con l’autopromozione dei suoi progetti lavorativi, e improvvisamente scoprite che tutto ciò è noiosissimo e non ve ne può fregar di meno, fate unlike/defollow. Fatelo subito, prima che vi venga la tentazione di “aspettare un po’”, e prima di irritarvi. Il defollow, l’unlike, sono arti marziali che andrebbero esercitate con spietata determinazione. Magari chiedetevi: se non vi interessavano i suoi progetti lavorativi, perchè lo avete seguito?
9- Non esagerate nel consolare il VIP afflitto. Se il VIP minaccia di andarsene da un social, ricordate che spesso i bambini minacciano di scappare di casa per attirare l’attenzione. Se poi si sente vessato e perseguitato, ricordate che i VIP sono creature dalla delicatezza e sensibilità fuori dal comune (ascoltateli parlare dei loro problemi a Pomeriggio 5 e ve ne accorgerete).
Per il loro bene – ma soprattutto per il vostro – lasciateli un po’ nel loro brodo.
10 – Se il VIP si disiscrive, mantenete un certo contegno. Cioè: niente valli di lacrime e furiosa corsa a creare hashtag o gruppi a tema, ma neanche fuochi d’artificio.